venerdì 25 marzo 2016

Il diritto alla salute

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel documento di Ottawa del 1986 indica alcuni prerequisiti senza i quali è impossibile esercitare il diritto alla salute. Essi sono: la casa, la scuola, i trasporti, la salubrità ambientale, la cultura, la sanità pubblica, l’assistenza sociale.
Secondo questa concezione non si tratta di opzioni, dipendenti dall'entità della finanza pubblica, ma di un diritto perfetto (non di un interesse legittimo). In altri termini i servizi per dare risposte a tali bisogni essenziali costituiscono un diritto esigibile.
Per lavorare su questo è necessario che vi sia il coinvolgimento e la partecipazione delle forze sociali organizzate. I movimenti e le associazioni sono i principali soggetti di partecipazione di un Comune. Occorre per primo identificare le cause che generano disagi, malattia e morte cercando di formulare un piano di prevenzione per combatterle ed arrivare alla loro riduzione/eliminazione. A tal proposito occorre promuovere, in collaborazione con l’ASL un’indagine sullo stato di salute della 
popolazione che inizi a raccogliere e ordinare i dati sparsi che già ci sono (Registro Tumori). 
Sarebbe opportuno pensare ad un Assessorato alla Salute o almeno una delega al riguardo. I suoi compiti sarebbero quelli di tutelare la salute dei cittadini interagendo con le altre istituzioni effettivamente preposte all'organizzazione dei servizi sanitari: Regione e ASL con un ruolo attivo nella prevenzione, soprattutto igienico ambientale nonché di indirizzo e di controllo riguardo alle politiche sanitarie regionali.

Azioni per garantire in una comunità la salute sono:
• Promuovere stili e ambienti di vita e di lavoro salubri; 
• Mettere a disposizione spazi e strutture per la collettività, ad esempio, reperendo locali per favorire le associazioni e la partecipazione dei cittadini. Lo scopo è quello di consentire a costi equi l’apertura a cure di gruppo con la collaborazione dei medici di base integrate ai servizi. Ciò favorisce la medicina del territorio sempre promossa a parole e mai sviluppata nei fatti;
• Favorire più spazi verdi, quindi più polmoni per la città;
• Promuovere l’educazione alimentare per la popolazione cominciando dagli studenti e tornando a gestire in proprio le mense scolastiche;
• Aggiornare e rendere pubblica la mappa della presenza di sostanze tossiche in terreni coltivati ed indicare le possibili soluzioni o accortezze ai cittadini;
• Verificare i siti industriali dismessi per il controllo di eventuali sostanze nocive abbandonate;
• Combattere gli incendi non autorizzati di materiale tossico e dei rifiuti urbani punendo i trasgressori a norma di legge;
• Incentivare e sostenere l’agricoltura biologica priva di pesticidi.
Inoltre bisognerebbe regolamentare l’installazione, il monitoraggio, il controllo e la razionalizzazione delle antenne di telefonia mobile per minimizzare il rischio di esposizione all'inquinamento elettromagnetico. Individuare le direttive in termini di insediamento urbanistico e territoriale degli impianti, per minimizzare l’esposizione ai campi elettromagnetici. 
Di conseguenza, dovranno essere eseguiti studi e analisi con l’obiettivo di redigere una regolamentazione efficace a tutela della collettività.
L'installazione di sistemi di video sorveglianza, in alcune zone della città sarebbero necessari affinché vengano evitati sversamenti illegali. Oltre la mappatura dei territori per l'identificazione di eventuali sversamenti di sostanze nocive alla salute, è fondamentale infine la bonifica dei sottosuoli danneggiati.

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